Visitare Firenze può essere impegnativo per due motivi. Il primo è la quantità inesauribile di palazzi, musei, giardini e gallerie da visitare. Il secondo è il fatto che tutti questi luoghi sono spesso così pieni di turisti che anche durante la bassa stagione può capitare di dover attendere in coda prima di poter entrare. Proprio per questo, qui sotto vi consigliamo alcuni luoghi che spesso vengono ingiustamente ignorati dai turisti. Se non siete riusciti a prenotare una visita agli Uffizi e la coda fuori dal Duomo è troppo lunga, ecco alcune delle valide alternative che Firenze ha da offrire.

Museo della Specola

Il Museo della Specola, in via Romana, è fa parte del Museo di Storia Naturale dell'Università di Firenze ed è il più antico museo scientifico d'Europa. Il suo nome deriva dall'osservatorio che il granduca Pietro Leopoldo fece costruire sul tetto.

Oggi il museo ospita due collezioni: quella zoologica e quella anatomica. La sezione zoologica è forse la più importante collezione di animali impagliati in Italia. La sezione anatomica invece fu voluta dal granduca Pietro Leopoldo e al primo direttore del museo, Felice Fontana, per insegnare l'anatomia tridimensionale senza bisogno di ricorrere all'impiego di cadaveri. I modelli anatomici, realizzati in cera, risalgono per la maggior parte ai secoli XVIII e XIX e ammontano a circa 1.400.

Del museo fa parte anche la tribuna di Galileo, aperta nel 1841 dall'ultimo granduca Leopoldo II di Lorena per il III congresso degli scienziati italiani. La tribuna ospita una statua di Galileo e una collezione di pitture dedicate al sapere scientifico. Al primo piano si trova inoltre il Salone degli scheletri, che raccoglie – come lascia intuire il nome – una collezione di scheletri umani e animali. Fra questi, anche il più grande scheletro di megattera presente in Italia.

Museo di antropologia ed etnografia

Sito in via del Proconsolo, a due passi dal Duomo, anche questo museo fa parte de Museo di storia naturale dell'Università di Firenze. Il palazzo fu progettato per volere della famiglia Strozzi dall'architetto Bernardo Buontalenti. Nel corso dei secoli l'edificio subì varie modifiche ed ebbe diversi scopi, finché nel 1869 il senatore Paolo Mantegazza vi fondò il Museo nazionale di antropologia ed etnografia. La gestione passò poi all'Università di Firenze.

La collezione del Museo si divide in 25 sale e copre gran parte delle popolazioni del pianeta, dalle culture africane – in particolar modo quelle delle ex-colonie italiane – a quelle asiatiche dell'Indonesia e del Giappone, quelle delle isole dell'Australasia e delle zone amazzoniche del Sud America. La collezione comprende anche reperti raccolti dalla famiglia Medici e della terza spedizione di Sir James Cook.

Villa Favard

La storia di questa elegante villa risale alla metà del XIX secolo, quando l'edificio fu acquistato dalla baronessa Fiorella Favard de l'Anglade, al secolo Suzanne Bacheville. La baronessa affidò il restauro della villa all'architetto Giuseppe Poggi, che non solo si occupò dell'edificio, ma progettò inoltre la scuderia, il viale d'accesso in via Aretina e la cappella, in cui vennero poi realizzati affreschi dai pittori Annibale Gatti e Giovanni Dupré. Grande cura fu inoltre riservata al giardino della villa. Poggi conservò l'originale schema rinascimentale voluto da Baccio d'Agnolo, ma introdusse elementi tipici dei giardini inglesi.

La baronessa Favard fece della villa un salotto culturale di successo, dove si riunivano artisti e letterati dell'ambiente fiorentino. Alla morte della baronessa, avvenuta nel 1889, la villa cadde in decadenza. Durante la seconda Guerra Mondiale fu occupata dalle truppe tedesche e nel 1949 l'intero complesso fu dato all'Opera Pia Madonnina del Grappa, finché negli anni '70 non venne frazionato.

Oggi villa Favard è stata ristrutturata grazie all'intervento della Provincia di Firenze. La villa è diventata una sede staccata del Conservatorio statale di musica Luigi Cherubini, mentre il parco è aperto al pubblico tutti i giorni dalle 8:00 alle 20:00.

Museo Marino Marini

Situato in piazza San Pancrazio e ricavato dall'omonima chiesa, questo museo rappresenta uno dei più interessanti spazi fiorentini dedicati all'arte contemporanea. Marino Marini (1901-1980) è stato uno dei più importanti artisti italiani del XX secolo. Nato a Pistoia, studiò a Firenze per poi insegnare nella prestigiosa Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano.

Quando Marini morì, la collezione delle sue opere fu donata alla città di Firenze. Il Comune decise allora di ristrutturare la chiesa di San Pancrazio facendone un museo. I due architetti a cui fu affidata la ristrutturazione, Lorenzo Papi e Bruno Sacchi, intervennero sugli spazi interni della chiesa e li ridefinirono in chiave contemporanea in base alla loro lettura dell'opera di Marini.

L'effetto conclusivo è quello di una particolare armonia fra le opere e gli spazi espositivi. Oggi il museo ospita quasi duecento pezzi, disposti secondo un ordinamento che rispecchia i temi affrontati da Marini nelle sue opere.

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